Piattaforme IoT: cosa sono, a cosa servono e come sceglierle | Trueverit
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Piattaforme IoT

Piattaforme IoT:  non ci resta che usarle. Sì, perché tali e tanti sono gli ingredienti di una applicazione IoT che solo attraverso strumenti che ne accelerino e facilitino l’integrazione e orchestrazione si riesce digitalizzare prodotti e processi con costi sostenibili e in sicurezza. In questo articolo spieghiamo perché le piattaforme IoT sono così attuali e cerchiamo di fare chiarezza in uno spazio molto affollato e confusionario.

Cosa sono le piattaforme IoT

L’arte di integrare

La rivoluzione dell’industria 4.0 non è solo dovuta ai sensori. Né al cloud. Né alla connettività. Né ai gateway. Né all’intelligenza artificiale. La quarta rivoluzione industriale (che poi…attenzione! L’industria ha un perimetro molto più ampio di quello della fabbrica!) si basa sui dati -reali e in real time-e sulle informazioni che dai dati possono essere ricavate, per migliorare prodotti, processi e modelli di business. Certamente sensori, cloud, connettività e software sono componenti fondamentali che devono interagire. Questo è il nobile mestiere delle piattaforme IoT, che hanno il ruolo di orchestratore delle le varie tecnologie che compongono una applicazione IoT.

Del perché le piattaforme IoT hanno un ruolo importante

Le applicazioni IoT sono progetti che devono mettere in comunicazione elementi differenti, spesso forniti da da vendor diversi:

  1. I sensori, che si occupano di acquisire le informazioni dal campo, dagli oggetti connessi
  2. I gateway, non obbligatori ma spesso presenti, che aggregano i dati dei vari sensori e li trasmettono verso i layer tecnologici che poi andranno a elaborarli
  3. Una rete, cablata, wireless o composta da un mix delle due, fondamentale per far “parlare” fra loro macchinari, sensori e server e per trasportare i dati
  4. Una parte software, che pulisce e analizza i dati, li elabora e li trasforma in informazioni disponibili all’utente in maniera utile e comprensibile
  5. Le interfacce, la parte di front-end di una applicazione IoT, quella che esplicita il valore effettivo dei dati raccolti.

Tutto concorre al risutato finale: migliorare efficienza o generare nuove opportunità di ricavo.

Per esempio, indicando quando un macchinario industriale sta iniziando a lavorare fuori specifiche, con temperature che aumentano o consumi energetici che salgono in maniera imprevista, una applicazione IoT permette il prima possibile di intervenire prima che si verifichi un problema, evitando di fermare la produzione o di danneggiare un dispositivo.

Un altro scenario tipico è quello dell’automazione: aumentando il numero di sensori IoT e integrando algoritmi di intelligenza artificiale è possibile delegare alle macchine, facendole interagire, i lavori più ripetitivi, ad esempio la movimentazione delle merci in un magazzino, lasciando libere le persone di dedicarsi a compiti meno noiosi. In ogni caso, gli ingredienti -a dosi variabili- sono quelli.
Come mettere insieme dunque tutte queste componenti?

Make or buy? Ça va sans dire

Qui siamo di fronte ad una scelta “make or buy”. Nello scenario “make”, si può pensare di far dialogare hadware, software e connettività attraverso un progetto totalmente custom, basato su attività di sviluppo dedicato, che “cuciono” l’abito IoT in funzione dello specifico contesto. Un approccio puntuale, ma lungo e oneroso. E che sottende molti problemi: come gestire la scalabilità dell’applicazione, quando aumentano dispositivi connessi? Siamo sicuri, poi, che i tadi siano blindati e tutelati lungo tutto il percorso, dal campo all’end user? E quanto potrebbe costare gestire evoluzioni future del progetto stesso? È dunque nello scenario “buy” che si collocano le piattaforme IoT, strumenti software che hanno il compito di orchestrare i vari componenti e accelerare / facilitare il design e lo sviluppo di una applicazioni IoT, gestendo intere parti di processo e future evoluzioni.

Piattaforme IoT: i trend di mercato

Le piattaforme IoT sono dunque il punto di incontro di tutte queste tecnologie. Permettono di aggregare tutti i dati raccolti, elaborarli in edge o in cloud e suggerire soluzioni agli operatori. Quindi abilitano e accelerano la trasformazione digitale, vero motore di industrie e aziende operanti in vari settori.
Paul DeBeasi e Kirk Knoernschild, gli analisti che hanno curato la ricerca 2019 Planning Guide Overview: Architecting Your Digital Ecosystem di Gartner, hanno indicato i 5 trend più rilevanti in ambito tecnologico:

  • Cloud computing, infrastrutture e operations
  • Data analytics e Internet of Things (IoT)
  • Sviluppo software, piattaforme applicative, architetture e CRM
  • Sicurezza, risk management, e Identity and Access Management (IAM)
  • Collaborazione, contenuti e mobilità (CCM)

“Le organizzazioni devono investire nell’automazione per gestire in maniera efficace la complessità dei sistemi decentralizzati e distribuiti”.

Il che sembra proprio invitare all’adozione di piattaforme IoT. Negli ultimi anni le piattaforme IoT stanno diventando sempre più importanti in ambito aziendale e soprattutto industriale, proprio per il fatto di essere un “acceleratore” e un “semplificatore”.
L’ultimo rapporto di Research & Markets indica un CAGR del 33,7% . Simili numeri sono indicati da Market Watch, con un tasso di crescita che si aggira sul 28,5%.

C’è un “ma”: il panorama è molto competitivo e frastagliato, a tal punto che talvolta è difficile orientarsi.

Le piattaforme IoT non sono tutte uguali: facciamo chiarezza

Le classificazioni sono tante: ogni analista ha la propria terminologia; semplificando molto, esistono tre grandi famiglie.

Device management platform

Molto utilizzate in ambito industriale, sono quelle che gestiscono le attività di provisioning per garantire che i dispositivi connessi siano distribuiti, configurati e aggiornati con regolari aggiornamenti firmware / software, perché possano raccogliere i dati corretti, nel modo corretto. Ne è un esempio Azure IoT Hub.

Connectivity / M2M / Network and data management platform

Queste piattaforme sono focalizzate sul trasporto del dato. Gestiscono principalmente connessione dei dispositivi IoT, la gestione e l’orchestrazione della connettività e il provisioning dei servizi di comunicazione e dei dati dai dispositivi connessi verso altre componenti e applicazioni, inclusa l’implementazione dell’infrastruttura di comunicazione M2M (machine to machine). Un esempio è la piattaforma IoT di Vodafone.

Application enablement & development

Sono piattaforme che mettono a disposizione template e moduli che semplificano la creazione di applicazioni aziendali, la parte di front-end, quella che tipicamente l’utente vede e sfrutta.

Si tratta di una suddivisione molto schematica, dal momento che alcune piattaforme non ricadono in una di queste specifiche categorie, ma prendono parti dell’una e dell’altra. A queste classi si dovrebbero poi aggiungere le piattaforme dedicate alla parte di Analytics IoT (es. Watson) e quelle dedicate ad esempio alla security (es. Crowdstrike). Quelle più incentrate sull’elaborazione dei dati sul piano edge (es. Foghorn) e altre totalmente in cloud, senza possibilità di installazione on premises (es. AWS IoT platform). Quelle più generaliste e quelle invece focalizzate sulle applicazioni in ambito industriale ed enterprise. A questo proposito, le piattaforme per l’Industrial IoT si stanno configurando come un segmento ad hoc, tutto speciale; non a caso Gartner ha loro riservato un report ad hoc. Avremo modo di approfondire l’argomento in un altro articolo.

Tante differenze, tante sfaccettature, in un mercato ancora giovane e per questo un pò confusionario.

In generale, le piattaforme tendono a rimuovere parte della complessità legata alla realizzazione di progetti perché prendono in carico, chi più chi meno, parte del lavoro di integrazione. In particolare, alcune hanno segni distintivi che le rendono riconoscibili e adatte ad un uso particolare.

Ad esempio Trueverit si qualifica come una piattaforma IIoT full stack (che dunque include tutti i layer necessari a gestire una applicazione) con una forte vocazione verrso gli ambienti industriali (resilienza, sicurezza, gestione della maggior parte dei protocolli industriali).

Come scegliere una piattaforma IoT?

Il parametro più importante è la flessibilità: quanti protocolli sono supportati? Valutare la compatibilità coi protocolli / dispositivi installati e quelli che si prevede andranno aggiunti in futuro è il primo passo nella scelta. Un fattore, questo, legato anche alla scalabilità: se si prevede di crescere e di integrare più sensori, macchinari e dispositivi è necessario puntare verso piattaforme molto aperte e in costante sviluppo, così da non trovarsi a un punto morto quando in futuro si avranno esigenze più stringenti. La disponibilità di API aperte è un parametro molto importante, perché favorisce l’integrazione con i software in uso nelle aziende. Non bisogna sottovalutare la complessità di gestione della piattaforma, che potrebbero innalzare il Total Cost of Ownership (TCO) delle applicazioni. Ulteriore fattore di estrema importanza, la sicurezza: è consigliabile appoggiarsi a soluzioni concepite con l’approccio Secure By Design. Bisogna infine tenere conto dei costi, sia quelli per la configurazione iniziale, sia quelli per la gestione della piattaforma, tenendo conto che col tempo potrebbero aumentare man mano che si scala il business.

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